Sana alimentazione: il nostro corpo può essere oggetto d’amore, ma può essere anche oggetto di odio se ci delude. Quale rapporto con le nostre emozioni?
L’assunzione di cibo va ben oltre il meccanismo puramente fisiologico del nutrirsi:
Abbiamo passioni forti nei confronti dei cibi che ci piacciono o non ci piacciono
Socializziamo e festeggiamo tramite il cibo
Il cibo è parte dei rituali religiosi
Esiste un legame importante tra alimentazione ed emozioni
Numerose ricerche hanno dimostrato che molte emozioni sono strettamente collegate con l’alimentazione: l’ansia, la depressione, la noia, la solitudine, la rabbia, lo stress
Il nostro corpo può essere oggetto d’amore, ma può essere anche oggetto di odio se ci delude, se il divario fra il corpo che abbiamo e quello che vorremmo avere è troppo forte.
Le emozioni incidono sulla percezione dell’immagine corporea che cambia a seconda del nostro stato d’animo.
Ci è sempre stato insegnato che la rabbia è brutta per cui quando siamo arrabbiati questa emozione va a modificare il modo in cui ci vediamo.
Tutti questi sono esempi per far capire che sentiamo cambiare il nostro corpo in base ai sentimenti che proviamo.
Inevitabilmente le emozioni fanno parte delle esperienze umane e incidono sulla nostra vita, sul nostro comportamento e sulle nostre abitudini.
Una sana alimentazione è una delle condotte più importanti del repertorio comportamentale dell’uomo e quindi il mangiare e di conseguenza il cibo risultano strettamente connessi con l’emozione.
Sana alimentazione e relazioni sociali
Mangiare può diventare un modo per anestetizzare i sentimenti negativi. Si mangia anziché dare sfogo al dolore, alla rabbia e perché no, alla gioia.
Al contrario spesso non mangiamo per un senso di apatia, per attirare le attenzioni altrui, per un desiderio inconsapevole di farsi del male.
Il rapporto con il cibo ha origine nell’infanzia.
Se la reazione materna è inappropriata, per noncuranza o troppa sollecitudine, il bambino sviluppa un senso di confusione che quando sarà adulto non gli permetterà di distinguere tra l’essere affamato o sazio da altra sensazioni sia piacevoli che spiacevoli.
Inoltre se il cibo fin dall’infanzia viene utilizzato come gratificazione, conforto, sostituto dell’affetto, arma di ricatto, di offesa, può insorgere un rapporto distorto e alterato con il cibo e con l’atto di alimentarsi in generale.
Esistono fattori ambientali, culturali e sociali, che possono influire sul rapporto con l’alimentazione.
La tendenza a volersi adeguare a canoni stereotipati di immagini maschili e femminili socialmente ritenuti belli e degni di approvazione, può indurre a regimi alimentari poco salutari.
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Dott.ssa Francesca Marta Carbotti - Psicologa Psicoterapeuta Coach Milano - Parigi Ordine degli Psicologi della Lombardia n. 03/8008 ADELI n. 759373038 - P.IVA 05559550966 C.F. CRBFNC77B52F205C